ivan fantini: boscost'orto AAAA

cronaca del baratto in atto

è naturale che sia il passaggio a farsi paesaggio, pensai.

da trent'anni inciampo nella gratuità senza che questa mi procuri danno. da cinque anni alla gratuità si è aggiunto dapprima l'abbandono e di seguito lo scarto. se l'utilizzo delle erbe spontanee, degli asparagi selvatici, del pungitopo, dell'ortica, della borragine e così via, erano una tradizione familiare che si rinnovava, l'abbandono degli ingredienti nei campi e lo scarto dei medesimi erano una idiozia umana, una delle tante, pensai. com'è naturale, fu da quel pensiero che cominciò la "visione". l'abbandono e lo scarto degli ingredienti sono avvolti da una patina di menefreghismo di proprietà, pensai. non possedendo io nulla, tranne il tempo, pensai, potrei togliere quella patina appropriandomi di quell'abbandono e di quello scarto, pensai.

cominciai a rendere pratica la mia "visione". mi guardavano come un pazzo mentre raccoglievo sacchi di abbandono e cesti di scarto. oggi, dopo cinque anni gli stessi mi portano frutta e ortaggi in cambio della marmellata che da allora produco. già, perché la "visione" è stata quella di dedicare tempo e dedizione al recupero dell'abbandono e dello scarto. quella frutta e quegli ortaggi sono stati e sono raccolti, cesellati, mondati, lavati e sottoposti a un processo casalingo di cottura che comincia con la macerazione notturna e la cottura in garza di buccia e semi per ottenere la pectina naturale. la polpa viene cotta con l'aggiunta necessaria di zucchero di canna grezzo. il tutto viene passato a mano, imbarattolato, pastorizzato e abbattuto di temperatura. riconsegno così a chi vorrà delle marmellate fatte in casa con tutti i crismi tecnici del caso, lo faccio attraverso il baratto, perché il tempo della "visione" va barattato non pagato. vi sarò grato se vorrete scambiare con me ciò che la vostra "visione" produce o qualcosa d'altro che mi serva per campare (olio,vino,farina...)

11 dicembre